Una cosa che abbiamo imparato con l’astronomia prima e con la fantascienza dopo è che l’universo non è un luogo ospitale, anzi è un gran figlio di beata donna che non «collabora», risucchiando nell’oblio qualsiasi cosa provi a sfidare le sue leggi. Perciò Ridley Scott che di sopravvivenza se ne intende (*) per raccontare il suo Sopravvissuto ha avuto la felice idea di piazzare un uomo, solo, su Marte. Perché proprio dentro un luogo inabitabile, dove tutto avanza e cambia a prescindere dalla nostra presenza, la vita (e il desiderio di abbracciarla) è più dirompente che mai.
Il suo marziano così persegue un viaggio ben più ampio di un parata filosofica sull’ostilità dell’universo e, in un fondersi di razionale e di immaginazione, l’esplorazione fa i conti col dramma. Il nuovo eroe che ne esce è un concentrato di motivazione, fragilità e ironia. L’astronauta Matt Damon combatte contro solitudine e personale estinzione senza ammorbare con prosopopee psicologiche sullo stato delle cose. La fine l’accetta e l’affronta, di sicuro non sta lì ad attenderla o a temerla, mettendosi all’opera per bypassare le barriere del pianeta rosso. Assistiamo quindi ai suoi piccoli grandi passi, che grazie a calcoli matematici e botanica smuovono il più ancestrale e irrefrenabile dei sentimenti: la speranza.
Ce n’è tanta in The Martian e tuttavia mai nominata, mai stucchevole, mai anima ruffiana aggancia pubblico. Qui ciò che conta sono i legami tra le persone e i legami con la madre terra, ciò che il regista inquadra è la nostra connessione con l’immenso in un’accezione di sfida e di adattamento. A descrivere quest’interazione sono i paesaggi, a rispondere la scienza, a congiungere coraggio e paure sono i messaggi in video lanciati nell’etere. Ogni tassello di questo film costruisce, rivela, si incastra in archi temporali essenziali al racconto e due ore corrono via tra spettacolo e musica. Bravo a non far sembrare tutto un gioco sulle spalle di Damon e nemmeno una convenzionale missione Blockbuster-NASA a stelle e strisce Scott mostra un lato fiero e burlone, contemplativo e reattivo, orchestrando una storia ricca di umanità e di positivismo. Estranea al quotidiano eppure concettualmente vicinissima.
Scheda IMDb
MissKdC
«La televisione crea l'oblio, il cinema ha sempre creato dei ricordi»
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