Phillips ce l’ha messa tutta. D’altra parte dopo sbornie colossali, matrimoni con prostitute, Mike Tyson, scimmie fumatrici, coreani fuori di testa, dita mozzate, tigri, denti scippati e droghe, era un tantino complicato continuare a destare clamore. Così ha pensato bene di raccogliere alcuni tasselli mancanti e costruire il sequel finale della trilogia, non solo sul demenziale, ma anche sul reale. L’effetto (nonostante sia stato provvisorio) mi ha tenuta sorridente, incuriosita e festaiola. In fondo c’è Alan, un marchio di follia per eccellenza.
Consiglio The Hangover III (per chi come me non ama le traduzioni), a chi detesta restare a metà , a chi vuol sapere come si innamorano due tipi eccentrici e già che c’è, vuole dare un’occhiata a Tyler, che, come dice il regista: “ci è parso molto fico”. E in questo caso, confermo.
“Chow anche dislessico. Chow ha rotto il c…!” (Stu)
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RECENSIONE |
Visto! Avrei rivoluto vedermi prima i precedenti due perché alcune cose non le ricordavo e mi hanno lasciato perplesso, Bello anche se per tutto il film ti chiedi "ma quando arrivano le scene sconvolgenti dei primi due?", e alla fine arrivano.
RispondiElimina:)
Eliminaii effetti in giro c'è chi dice inutile e chi invece riconosce che un terzo non sarà mai come al primo, secondo me ha retto bene.