Lucy di Luc Besson: recensione

Lucy è una ragazza come tante che per un favore a un amico si trova coinvolta in un grosso problema di droga. Spietati trafficanti le nascondono una sostanza sconosciuta in grembo, fino a quando l’involucro si rompe e la bomba chimica esplode. Quello che c’è dentro Besson lo rende verosimile e fantascientifico, ovvero, per l’avvio consulta il neurologo Yves Agid, per la sci-fi si butta sul gameplay. Nel mezzo Morgan Freeman spiega fin dove può, visto che nessuno mai ha usato il massimo delle proprie capacità mentali e gli effetti sono a gran sorpresa. 


Tensione, adrenalina, belle interpretazioni, sentimenti e credibilità action. Lucy parte bene, si muove su conseguenze lisergiche e stuzzica l’idea che il colpo di scena cruciale arriverà puntuale con l’ultimo sovraimpresso indice di gravità. Scarlett sta dietro la messa in scena di questa inimmaginabile mutazione, salvo arrestarsi sul più bello in mono-toni e in sguardi attoniti di percezione superdotata. Dopodiché non passa molto che il resto del team sosti contorto e spiaccicato sul soffitto, che gli scontri, gli inseguimenti, i livelli di trasformazione si svolgano con una progressiva seppur ben ritmata semplicità. Il fatto è che in Lucy la psicocinesi ha la meglio e il passaggio "dall’evoluzione alla rivoluzione" mostra i risultati di un fan giocherellone di fantascienza furba e bizzarra, di storie cartoonesche ed eroiche. Di donne soprattutto, che sin dai tempi più drammatici e affascinanti (Nikita) hanno chiarito il proprio valore su questa terra (non a caso Lucy ha lo stesso nome della prima genitrice della storia).
Qui non c'è un nuovo Limitless, piuttosto una versione fantasiosa della teoria unità/tempo (vedi Henri Bergson), che comincia dalle plausibili capacità inespresse del cervello e si ferma all’intrattenimento. Besson fa uno scarso uso di Choi Min-sik, gli si perdonano le similitudini di animali selvatici (molto vicine ad alcune scene di Nymph()maniac), ma sul bilico dell'umano e dell'extra umano non mantiene le premesse. Il pathos scema, la credibilità scientifica su cui si fonda pure. Siamo avvolti da una retrospettiva a mo’ di touchscreen e di tunnel psichedelici, per godercela è meglio scendere a patti con lui, che ci rimanda a La creazione di Adamo, divinizzando quasi l’inspiegabile  (con una scimmia che fa subito 2001: Space Odyssey). Il fatto è che Luc sa che c’è più svago che spessore a questo mondo, perciò con Leeloo salvava l’umanità attraverso l'amore (Il quinto elemento), con Lucy ci prova attraverso l’autoconsapevolezza e col prossimo Valerian magari, ci riuscirà su altri pianeti.


«La vita ci è stata data miliardi di anni fa, noi cosa ne abbiamo fatto?»

(La recensione fa riferimento alla versione in lingua originale).

Scheda film
Titolo: Lucy
Regia: Luc Besson
Sceneggiatura: Luc Besson
Cast: Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Amr Waked, Min-sik Choi, Pilou Asbæk, Analeigh Tipton, Mason Lee, Claire Tran, Frédéric Chau
Musiche: Eric Serra
Genere: fantascienza
Durata: 90’
Produzione: EuropaCorp, TF1 Films Production
Distribuzione: Universal Pictures
Nazione: Francia, Usa
Uscita: 25/09/2014.

MissKdC

«La televisione crea l'oblio, il cinema ha sempre creato dei ricordi»

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