
Distribuisce Netflix, dirige Lennart Ruff su soggetto di Arash Amel, con interpretazioni non pervenute. Ad arrangiarsi sono la Taylor Schilling di Orange is the New Black e il Sam Worthington di Avatar, a cui puoi chiedere di diventare Terminator, ma non è certo una faccia da profondità emotive efficaci. Se quindi al ritmo già insufficiente della pellicola sottrai pure l’intensità degli attori è un bel problema.
The Titan è apprezzabile dal punto di vista scenografico, l’idea di base apriva inoltre psico contorni horror non di poco, ma il risultato più che a un lavoro pensato per la suspense somiglia a un lungo episodio pilota di qualche serie tv.
Fissato tutto sulla preparazione chimico-chirurgica dei nuovi Homo Titanicus si arriva al dunque fuori tempo massimo. L’altalena centrale tra le preoccupazioni dei familiari coinvolti e la determinazione dei nuovi papà -soldato non approfondisce poi il senso dell’impresa, anzi estende dettagli retorici e annoia coi segreti dell’ennesimo carnefice/villain.
Delle premesse resta uno spauracchio stile Voldemort che onora le idee di un film confuso: sulle sorti di chi vi prende parte, sulla trama pioneristica, sul fatto, soprattutto, che c’è una notevole differenza tra una fantascienza che pone domande e una che non dà risposte.
Stelle: 4
Scheda film
Titolo: The Titan
Regia: Lennart Ruff
Sceneggiatura: Max Hurwitz, Arash Amel
Cast: Sam Worthington, Taylor Schilling, Tom Wilkinson, Agyness Deyn, Nathalie Emmanuel, Noah Jupe, Corey Johnson, Alex Lanipekun
Musiche: Fil Eisler
Genere: fantascienza
Durata: 97’
Nazione: USA
Anno: 2018
Distribuzione: Netflix (tv).
La recensione si riferisce alla versione in lingua originale.
Nessun commento:
Posta un commento