Regole. Sono ciò che ci distingue dagli animali e ciò che sin dagli esordi hanno definito la natura del mondo di John Wick; o meglio della Gran Tavola che il sicario in ex pensione ha sfidato, uccidendo uno dei suoi membri tra le mura del Continental. Territorio protetto che non ha avuto la meglio sull’istinto di vendetta nel precedente capitolo. Wick ne paga oggi le conseguenze, con una taglia di milioni di dollari sulla testa e nessun rifugio, ma soprattutto con l’obiettivo di restare vivo e trovare il Gran Capo. Colui che può tutto, ma ad un prezzo che forse è peggiore della morte.
Terzo capitolo della saga iniziata nel 2014, vecchie e nuove facce, accenni alle origini del protagonista e un titolo che apre nuove prospettive. Parabellum è la guerra all’Organizzazione, è il sangue che non può non scorrere e, come dice la Huston, è “il vento che non schivi”. Dunque aperta la caccia, le sapienti coreografiche mazzate ad opera dello stunt e regista Chad Stahelski fanno il resto. Dettagli sulle punizioni di chi infrange quelle regole e poi via alle armi, “tante armi”, dentro cavalcate, luci al neon, sciabolate, alleanze rinnovate e antichi patti. Palcoscenico di un viaggio sonoro che da sempre esalta la voce degli armamenti accanto a un abbondante mix musicale, fedele (forse troppo) ai precedenti film. Stahelski si ricorda che l’azione può essere divertimento e non lesina su iperbolici voli di mototciclette in corsa o sugli agguati di devoti cuccioli addestrati all’attacco. John combatte, senza tregua, assemblando pistole, ricaricando canne mozze e, dove mancano le pallottole, fa degli oggetti (o dei puledri) di scena la giusta arma letale. Tra l’ammirazione dei nemici, che un po’ lo venerano e un po’ vogliono la gloria d’averlo ammazzato, Wick 3 si fa pure semi ironico campionario di violenza. Raffinando ancora di più la sua notevole estetica noir che quasi azzera la sceneggiatura, in favore della metafora sul cattolicesimo che caratterizza la trama da sempre. Penitenza, peccato e salvezza si presentano nella moderna giungla corporativa, suggerendo nelle regole e nel lessico (sconsacrato, scomunicato) un radicato e sovrastante senso di controllo. La guerra non è più solo personale, ma dolorosa collisione con l’ineluttabile; ovvero intrattenimento di stile, lotta per la vita, inseguimento sanguinario ed energico che monta sulle orme di un videogioco (tante battaglie fino al mostro finale).
Certo è pur sempre un film e Reeves avrà sempre la sua non-espressione distaccata, ma chi va in sala si aspetta un crescente e inesorabile body counting; un’azione omicidiaria le cui facce sono spesso soltanto numeri e ombre. Perciò Stahelski riesce nel suo “colpo”, pur presentando il climax in una stanza a vetri che ha tanto gli echi della Galleria d’Arte Moderna del 2017. Il futuro è aperto e alcuni interrogativi sono stati lanciati, come logica criminale vuole: i sopravvissuti risponderanno.
SCHEDA FILM
Titolo: John Wick 3 – Parabellum
Regia: Chad Stahelski
Sceneggiatura: Derek Kolstad, Shay Hatten, Chris Collins, Marc Abrams
Cast: Keanu Reeves, Asia Kate Dillon, Halle Berry, Jason Mantzoukas, Ian McShane, Laurence Fishburne, Anjelica Huston, Mark Dacascos, Lance Reddick, Tiger Hu Chen
Musiche: Tyler Bates, Joel J. Richard
(colonna sonora disponibile qui)
Genere: azione
Durata: 130’
Distribuzione: 01 Distribution
Nazione: USA
Uscita: 16 maggio 2019.
VOTO: 6 mitragliate e mezza.

MissKdC
«La televisione crea l'oblio, il cinema ha sempre creato dei ricordi»
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Per me inizio da 10+, molto coinvolgente con trovate originali, ma già dopo il primo quarto di film le cose cominciano a farsi contorte e inutilmente ripetitive fino alla fine. Voto 6,5 anch'io.
RispondiEliminaP.s.: domanda: c'era davvero bisogno di mandare in frantumi tutte quelle teche di vetro? Boh, io non so.
Condivido! ...L'accetta in volo :DD
EliminaIl vetro fa scena, io avrei usato di più la cintura!