Godzilla II - King of the Monsters: recensione

Godzilla II - King of the Monsters: ovvero il pianto delle conseguenze del nostro operato sul pianeta, nonché il tentativo di recupero di coesistenze ed ecosistemi. Un film apocalittico composto da tre anni di girato in CGI e scene ripetute fino a 40 volte. Cinema al green screen nel quale le location sono diventate Studios e negli Studios si creano mostri. Nel bene e nel male, perché se il Mostro in questione è in realtà un Re capace di rimettere a posto i nostri disastri, gli altri sono gli attori che riescono poco a stare in queste storie dissociate dal tempo reale. Forse è per questo che sembrano un po’ distaccati; che le emozioni che potrebbero potenziare una pellicola di questo genere restano a margine. Zavorra che si riflette sulle facce e in alcuni dialoghi, ripresi dal capitolo di Gareth Edwards e reiterati con un po’ di noia. Tanto basta per creare l’intenzione di salvare la terra nel più bizzarro progetto di rinascita mai visto, o forse sì… ma quello era di Thanos ed è tutta un’altra storia.

Qui siamo a San Francisco dentro una trama legata al 2014 e al lutto di una famiglia in pezzi. Nelle profondità della terra dimorano i Titani, le leggende che li tramandano e i graffiti subacquei che ci avvicinano al mito arcaico dei Kaiju. Tutto suggestivo, se non fosse che si arriva a questo quando ormai i mostri sono liberi e non c’è tempo di apprezzarne le personalità; quando il più delle volte il cast pare assolvere il ruolo di nota agli eventi e perciò di chi vive e di chi muore ti importa poco (si aggiunge un repentino taglio di montaggio che non ti fa rendere conto che un personaggio è spazzato via da qualcosa). Michael Dougherty vuole lo spettacolo e su di esso si concentra: fantastico, mastodontico, qualcosa tra le collisioni più funeste di Pacific Rim e la rabbia più imponente di Jurassic Park. Una messa in scena in cui si ragiona in grande bypassando il dramma delle vittime e talvolta guastando anche il ruolo dei personaggi (per esempio non è chiaro perché Kyle Chandler capisca Godzilla meglio dello studioso Ken Watanabe).

Il focus ha ormai virato su più mostri e più scontri, con la Warner Bros. dietro le quinte che magari ha chiesto proprio questo. I primi piani di Godzilla, la sua ira, la furia dei suoi nemici, la visione in slow-motion di alcuni campi lunghi sono affascinanti sequenze che meritano tutta l’attenzione. Si veda il crocefisso insieme a Ghidorah su un monte di fuoco, Mothra che dispiega le ali dietro il velo traslucido di una cascata, l’inseguimento tra Rodan e un gruppo di caccia militari. L’energia d’azione è palpabile, insieme a quella sonora, si espande e sublima il centro degli eventi all’interno della battaglia, con una grafica che crea un’imponente onda d’urto. Perciò a fronte di tanta smisurata catastrofe si vorrebbe vedere il Re in qualche imprevedibile attacco, ricordandolo ad esempio incenerire le viscere del M.U.T.O col raggio atomico nel 2014. Invece entra in campo con modalità ripetute, un loop registico che esalta la potenza, ma limita lo stupore, in parte e purtroppo anche nell’incandescente nucleare scontro finale.

SCHEDA FILM
Titolo: Godzilla II: King of the Monsters
Regia: Michael Dougherty
Sceneggiatura: Michael Dougherty, Zach Shields
Cast: Kyle Chandler, Vera Farmiga, Millie Bobby Brown, Ken Watanabe, Sally Hawkins, Bradley Whitford, Zhang Ziyi, Thomas Middleditch, Charles Dance, O’Shea Jackson Jr., Aisha Hinds

Musiche: Bear McCreary
Colonna sonora disponibile QUI

Genere: azione, avventura
Durata: 132’
Distribuzione: Warner Bros.
Nazione: USA
Uscita: 30 maggio 2019
VOTO: 5 raggi atomici.

MissKdC

«La televisione crea l'oblio, il cinema ha sempre creato dei ricordi»

2 commenti:

  1. O.k. la sospensione dell'incredulità, però io a un certo punto mi sono stupito che i personaggi esposti a cotante radiazioni non brillassero di luce propria almeno al buio.

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