Qualcuno in coda per entrare in sala una volta esclamò che non avrebbe mai guardato un film con quella brutta faccia sulla locandina. Era una signora con un sedicenne accanto e inutile dire quanto, al contrario, quella visione avrebbe giovato sia al suo frivolo atteggiamento sia all’uomo in crescita che aveva vicino. Perché Lo sciacallo oltre a essere un film girato coi controfiocchi coglie in pieno alcune crisi amorali del nostro tempo e ne sviscera l’alienante tragedia. Si tratta dell'evoluzione malata delle apparenze, di quelle "brutte facce" che ne seguono e delle psicologie sotterranee che vi trovano nutrimento. Condotte sfrenate e impure che scavano e distruggono, fiutano e vendono, trovando strada nell'immagine, nella speculazione e nella video propaganda. Lo sciacallo è la diffusione delle notizie sporche di sangue, del gusto macabro che vuole vedere il dramma da vicino e con cui si sente fortunato della propria vita (ancora al sicuro). Questo conferma il commento d’inizio e questo conferma la carriera del protagonista. Grandioso Gyllenhaal, che non si pone domande, che non ha etica... ha soltanto quello che il mondo vuole vedere: cura dell’apparenza come pane quotidiano.
Stasera alle 21:20 su Rai Movie.
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